Tutto inizia con una fine. La bomba di Heathrow non pone fine soltanto alla vita della ex-moglie di David Markham, psicologo londinese e voce narrante del romanzo. Soprattutto, ne uccide l’innocenza. Ballardianamente, una frattura nel mondo esterno rispecchia una frattura nel mondo interiore dei protagonisti. Che si agitano come piccole cavie in un esperimento condotto di capitolo in capitolo dall’autore per dimostrarci che “la middle-class è il nuovo proletariato”. Una tesi contraddittoria; a misura del fatto che ai protagonisti non restano in fondo che le loro stesse contraddizioni. E l’inquietudine che ci attraversa mentre leggiamo è quella di scoprire che quelle contraddizioni sono già le nostre.
Con Millenium People, J. G. Ballard chiude la trilogia (dopo Cocaine Nights e Super Cannes) di detective-thrillers sui falsi miti del consumismo. Con un’eco di Fight Club, certo, ma con in più una lucidissima analisi delle contraddizioni del benessere che a rifletterci un attimo dovrebbe togliere il fiato. Buona apnea.